Quaderno
degli appunti 2: rapporto fra profilo del gap delle testine
sonore e forma dei pressori
PREMESSA
Le note che seguono non pretendono di avere un valore assoluto;
infatti, pur basandosi su prove e osservazioni dirette, intendono
essere più che altro una base di partenza per aprire
un confronto fra i vari amici forumisti, al fine di condividere
le rispettive esperienze relative all' "audio del Super8".
Saranno, pertanto, più che benvenute testimonianze
e confutazioni che possano arricchire la conoscenza comune
di questo tema.
INTRODUZIONE
La forma e la struttura delle testine audio dei proiettori
S/8 può variare da modello a modello e così
anche la conformazione dei relativi pressori (o cuspidi);
un accoppiamento felice fra le due parti può influenzare
la resa sonora, specie per quanto concerne la soppressione
di disturbi relativi alle giunture. Prima di addentrarci in
questo argomento, varrà la pena richiamare alcune nozioni
relative all'insieme "catena" di registrazione e
riproduzione magnetica.
La
registrazione magnetica avviene perché un particolare
tipo di corrente alternata prodotta da un oscillatore, di
frequenza intorno ai 70.000 Hz - detta "corrente di bias"
(da leggere: "baias") - attraversa il traferro magnetico
di alcuni elementi lamellari, elementi che a loro volta costituiscono
il nucleo all'interno della testina. Il nucleo di solito è
formato da lamelle, in numero di quattro o cinque, di ferrite,
permaton o ancora, permalloy, materiali di crescente qualità
e permeabilità magnetica. Capitolo a parte fa il sendust,
una particolare lega di silicio, permeabile quanto il permalloy
ma molto più resistente all'usura, utilizzato nelle
testina montata dall'Elmo GS1200 e dalla moviola Goko RM 8008.
Di solito il nucleo delle testine dei registratori a cassetta
portatili, di poche pretese sono in ferrite, mentre per impieghi
"hi-fi" si ricorre alle altre leghe, talvolta denominate
in base alla fantasia dei progettisti e/o dell'ufficio marketing
di ogni costruttore.
Ciò che abbiamo definito "nucleo" è,
in realtà, costituito da due seminuclei simmetrici,
le cui escrescenze finali sono contrapposte l'una all'altra
e sono separate da una microscopica interruzione (da cui la
dicitura inglese "gap"), riempita da un materiale
isolante; in pratica si tratta della parte visibile dall'esterno
di qualsiasi tipo di testina magnetica, solo che, nel caso
del S/8, essa sporge di circa un millimetro dal corpo testina,
per far sì che il contatto con la pellicola sia limitato
esclusivamente all'area occupata dalla pista sonora, altrimenti
si provocherebbero dei sottilissimi graffi nell'area riservata
all'immagine.
All'interno della testina, su ciascun seminucleo, si trova
un avvolgimento di filo di rame, comunicante coi terminali
esterni di saldatura, che crea un flusso magnetico in transito
da un seminucleo all'altro. Nel momento in cui questo flusso
arriva all'esterno della testina, incontra il materiale isolante
del traferro (gap) e si "proietta" contro il nastro
magnetico a diretto contatto col gap stesso; grazie al materiale
conduttore del nastro magnetico, il segnale riesce a "rientrare"
sul terminale dell'altro seminucleo, quasi come se il nastro
fosse una sorta di ponte. Pertanto il nastro magnetico diventa
in ogni istante di registrazione parte integrante della testina,
essendo proprio lui a permettere il completamento del passaggio
del flusso da un seminucleo all'altro. Ma in questo passaggio
di contatto, essendo il nastro in movimento, esso conserva
memoria del flusso magnetico che lo attraversa, poiché
esso flusso provoca un particolare orientamento degli aghi
magnetici disciolti nella superficie del nastro, istante per
istante. Ciò spiega indirettamente la ragione per cui
la qualità di registrazione aumenta con la velocità:
se il nastro scorre rapidamente, si presenta un numero più
elevato di aghi magnetici davanti al traferro e l'impronta
sonora ivi "spalmata", può essere ricostruita
con maggior precisione.
Da questa breve descrizione si può concludere tranquillamente
che l'ingombro della testina è dovuto esclusivamente
ai componenti alloggiati al suo interno, giacché per
quanto riguarda il contatto col nastro e ai fini di una corretta
registrazione e riproduzione, basterebbe che esso fosse limitato
alla ristrettissima area attorno al traferro, di ampiezza
praticamente puntiforme.
E
ADESSO VENIAMO A NOI....
Di base, nel S/8 il profilo del traferro può avere
due forme: piatta e a guisa di trapezio retto (o isoscele),
o ad archetto (v. le foto che seguono).
Come
esempi, nelle illustrazioni vediamo una testina Sankyo per
il primo tipo (combinata rec/play + cancellazione), e una
testina Woelke per Bauer/Silma, per il secondo tipo (solo
rec/play). Affini al primo tipo sono anche, fra le altre,
le testine Eumig (serie 800 e 900), Chinon ed Elmo/Goko. Simili
al profilo della testina Woelke sono quelle della Photovox
per il Fumeo.
La
pressione della pista magnetica contro questi traferri può
essere ottenuta, in modo apparentemente indifferente, sia
con cuspidi a profilo anch'esso piatto (foto 5), sia con cuspidi
"a ogiva", come quelli Bauer ed Eumig che vediamo
nelle foto 6 e 7.
Ma
di fatto questa scelta presenta vantaggi e svantaggi. Una
cuspide piatta, che pressa la pellicola per circa 2-3 mm in
lunghezza, ossia prima, sopra e subito dopo il gap magnetico,
ha un rendimento diverso a seconda che il traferro sia anch'esso
piatto o ad archetto. Infatti se il traferro è piatto,
la pellicola viene a trovarsi come una fetta di prosciutto
in un sandwich, aderendo perfettamente al gap in tutta la
sua superficie e provocando un'usura uniforme per tutta la
durata della testina, senza scadimento delle prestazioni "meccaniche".
Bene, si dirà. Invece no, perché se il film
non presenta giunte, non ci sono problemi; ma se ce ne sono,
soprattutto del tipo a colla che hanno sempre uno spessore
superiore, il singhiozzo sarà un po' più avvertibile
che non con testine e pressori di diverso profilo.
Vediamo
perché, aiutandoci con una rappresentazione schematica
(v. fig. 8). Nel momento in cui la giuntura transita fra testina
e pressore, quest'ultimo è costretto a scostarsi dalla
testina per consentire il passaggio della giunta. Nell'ipotesi
in cui lo scalino sia "a scendere" rispetto alla
testina, questa conserva un decente contatto col nastrino
fino a quando il lembo in uscita della giunta transita sotto
il gap; quando il lembo ha oltrepassato il gap, però,
il tratto di spessore maggio-re si trova ancora fra la parte
posteriore del traferro e il resto del pressore, ossia, la
giunta non è ancora uscita dal "sandwich"
e, come si vede, il gap della testina non è più
perfettamente a contatto col nastrino perché il pressore
è ancora tenuto scostato, e lo rimarrà finché
l'aumento di spessore della giunta non avrà lasciato
il gruppo traferro/cuspide. A quel punto il pressore potrà
riavvicinarsi alla testina e ripristinare il perfetto contatto.
Ma nel frattempo circa 2/3 di fotogramma saranno stati trascinati
con un contatto precario se non assente, provocando un evidente
singhiozzo (interruzione) del sonoro. Le cose non cambiano
di molto neppure se la giunta è "a salire",
come si può facilmente immaginare.
Per ridurre questo problema, la Eumig da sempre usa cuspidi
di forma a ogiva che permettono di pressare la pellicola per
un tratto non superiore a 1 mm in lunghezza, ossia solo in
corrispondenza esatta del gap della testina (cfr fig. 7).
Infatti le giunture negli Eumig risultano sempre più
silenziose rispetto, per esempio, ai Sankyo che hanno traferri
e cuspidi piatte. Lo svantaggio però c'è anche
in questo caso: l'usura interessa solo la parte centrale del
traferro testina Eumig, mentre i lati esterni restano quasi
intonsi. Col tempo l'usura scava la testina nella parte centrale
e questo compromette drasticamente il contatto con il nastro
magnetico, perché il pressore non ha la forza necessaria
per mantenere il contatto in modo perfetto. Risultato: le
prestazioni magnetiche della testina calano sensibilmente
e i toni acuti si fanno più poveri, anche se la testina
potrebbe funzionare ancora per un periodo di tempo almeno
pari. Se il problema interessa la pista 2, poi, le cose si
complicano, perché talvolta essa presenta una non perfetta
planarità dovuta alla vicinanza con le perforazioni,
il che rende questa pista abbastanza "tormentata"
dal punto di vista di uno stabile contatto nastro/testina.
Risultato: non solo calano gli acuti, ma questi vanno e vengono
rapidamente (al ritmo di 24 fps!), creando una sorta di effetto
raganella, in concomitanza con certe frequenza audio (tipicamente
appartenenti alla fascia media dello spettro); succede quasi
invariabilmente col canto di voci femminili, e questo perché
il contatto è interrotto e ripristinato in rapidissima
alternanza. L'unica soluzione, per poter sfruttare la testina
fino a quando il gap non viene definitivamente interrotto
da usura profonda, è di limare le parti del traferro
risparmiate dall'usura naturale, ossia la porzione in ingresso
e quella in uscita, evitando accuratamente di agire in corrispondenza
del gap magnetico (si può fare con della finissima
certa smerigliata avvolta a un rollino calettato sull'asse
di un motorino). In questo modo si ripristina un contatto
puntiforme anche sulla testina stessa, e il risultato sarà
praticamente perfetto come se la testina fosse nuova. Ma da
quel momento l'usura della parte più importante ricomincerà
anche più di prima.
Diversa
la strada battuta da Woelke/Bauer e da Photovox/Fumeo: le
testine impiegate da questi costruttori, infatti, presentano
traferri ad archetto accoppiati a cuspidi a ogiva (Bauer)
o piatte (Fumeo). Si capisce comunque che in ogni caso il
punto di tangenza resterà puntiforme per la maggior
parte della vita utile del gruppo testina/pressore, anche
se la morbidezza del "permalloy" della Woelke rappresenta
un po' un'incognita, nonostante paia più resistente
delle testine Eumig.
Da svariate prove condotte negli anni, ho sempre avuto conferma
di quanto descritto, anche se si tratta di risultati variabili,
dipendenti in buona parte dal particolare contenuto dell'informazione
sonora: il "singhiozzo" provocato dal sistema Sankyo
o Elmo è del tutto veniale con le voci, ma un po' meno
coi rumori, e diventa, almeno per chi scrive, abbastanza fastidioso
con la musica.
In definitiva, però, mi pare che la soluzione Fumeo
rappresenti il miglior compromesso sia dal punto di vista
dell'efficacia sia della costanza: infatti il traferro ad
archetto, sollecitato da un pressore piatto, avrà un'usura
lenta e uniforme e il contatto con la pista sonora sarà
limitato all'area "calda", a beneficio della stabilità
sonora; solo verso la fine della vita della testina si cominceranno
ad avere problemi percepibili di contatto, ma sarà
possibile "rettificare" la testina come già
descritto o al limite, rilapparla.